Genova, 13 marzo 2020 – Da inizio emergenza chiediamo alle ditte in appalto dispositivi sanitari adeguati e disposizioni operative adeguate per il caso estremo nel quale tutti ci troviamo coinvolti, che possano garantire la salute dei lavoratori che prestano servizio nelle mense ospedaliere. Le aziende, sulla base delle informazioni ricevute anche delle rispettive committenze, ha messo in campo misure protettive quasi in autonomia, che spesso differiscono da quelle messe in atto in altri ospedali, quindi senza una reale omogeneità operativa.
Non si è visto un coordinamento atto a garantire salute e sicurezza del personale né dalle varie direzioni sanitarie, che ne hanno diretta responsabilità, né da ALISA, né dalle istituzioni regionali.
Tutele mancate o parziali quindi sia per il personale diretto che per il personale in appalto.
Il panico dilagante soprattutto tra i lavoratori in appalto in servizio negli ospedali genovesi è più che fondato, dato il continuo emergere di casi di pazienti positivi al COVID-19, con un’emergenza virale all’interno delle strutture ospedaliere che è stata fortemente sottovalutata.
Eppure questi lavoratori, che come tutti hanno una famiglia ad attenderli, anche se hanno paura per sé stessi e per i propri cari, continuano a prestare il loro prezioso servizio a un’ utenza delicatissima, con enorme senso di responsabilità, con stipendi che spesso non sono sufficienti nemmeno a garantire un’esistenza dignitosa. La categoria, oltre che a rischio, è spesso dimenticata da chi dovrebbe garantire loro ogni tutela sanitaria possibile.
Il documento unico dei rischi (DUVRI) è stato richiesto da tempo ma viene spontaneo chiedersi se questo sia stato modificato in funzione del nuovo rischio biologico e se si sia preso atto che è in corso una pandemia mondiale.
Nessuna garanzia ad oggi per questi lavoratori che entrano nei reparti, spesso per portare i vassoi con i pasti, o a prendere le prenotazioni degli stessi, senza aver certezza di operare in sicurezza o che la semplice mascherina sia barriera sufficiente a garantire protezione dal mostro che sta bloccando l’ intero Paese.
Mascherina che nella maggior parte dei casi non è stata fornita, se non dopo numerose segnalazioni sindacali.
Imprese in appalto che per quanto riescono tentano di intervenire con particolare sforzo e con mezzi propri, difficili da reperire, difficili da distribuire, ma sempre in assenza di un coordinamento certo ed univoco da ogni ente preposto e spesso con informazioni che ricordiamo essere parziali, dalle committenze.
L’utenza, il servizio e il sistema sanitario stesso, senza questi lavoratori è destinato ad implodere su se stesso, senza onori di cronaca, senza una parola che sia stata spesa, senza una certezza di tutela della salute che sia certa.
Pretendiamo che tutti abbiano guanti monouso, mascherine idonee, cappe usa e getta da cambiare ad ogni reparto, gel igienizzanti idonei, oltre all’ azione immediata di tutela dalle direzioni sanitarie e delle Istituzioni verso questi lavoratori sovraesposti.
Deve essere messo in campo anche l’ intervento della Medicina Preventiva e dell’ ufficio di Salute e Sanità pubblica per quei lavoratori soprattutto in appalto che, potenzialmente, possono essere stati a contatto con soggetti positivi al COVID-19, monitorando costantemente il loro stato di salute con i tamponi e ogni altro strumento idoneo.
Le singole Direzioni Sanitarie e le aziende in appalto saranno in caso contrario ritenute gravemente responsabili in caso di danno biologico.
La situazione nazionale e mondiale è di gravità ormai conclamata e i lavoratori hanno il sacrosanto diritto di essere e sentirsi tutelati, per se stessi e per la collettività tutta.
Come UILTuCS saremo in prima fila per garantirglielo. UILTUCS LIGURIA