La Uiltucs chiede anche agli enti locali di fare la loro parte per salvaguardare il mercato esistente”
Il commercio, che in Liguria conta oltre 140 mila occupati, è un settore in forte crisi su tutto il territorio: i saldi non sono decollati, dal 1° gennaio non esiste più il blocco dei licenziamenti a salvaguardare la platea dei lavoratori coinvolti e gli ammortizzatori sociali Covid dovranno essere rinnovati al più presto affinché le persone, donne in testa, non si debbano trovare senza lavoro e senza reddito nei prossimi mesi. Questo non solo perché sul territorio il Covid non ha fatto sconti a nessuno, ma anche perché sul fronte della grande distribuzione vengono avanti politiche di espansione commerciale profondamente sbagliate. “Un esempio di quanto afferma la Uiltucs Liguria può essere costituito dallo sbarco inopportuno di Esselunga su Genova e Imperia – spiega Marco Callegari, segretario regionale Uiltucs Liguria – Il colosso della grande distribuzione si propone sul territorio in maniera insidiosa in un momento in cui il mercato è davvero saturo”. La Uiltucs chiede agli enti locali di ripensare al comparto della grande distribuzione in termini di investimenti, protezione dell’esistente e altre opportunità. La Uiltucs chiede di preservare l’occupazione attuale, magari rilanciando con progetti precisi gli insediamenti esistenti che vanno potenziati con servizi e infrastrutture adeguate. Il sindacato, dal canto suo, continuerà a sollecitare il Governo rispetto a misure di reinserimento delle persone nel mondo del lavoro. Sul territorio, infatti, sono stati persi migliaia di posti di lavoro e questo il nostro tessuto socio economico non se lo può permettere. Il commercio è donna, infatti il 70% della manodopera del comparto è femminile, part time, e ha una busta paga leggera di circa 800 euro al mese. Per salvare lavoro e occupazione e la capacità di spesa di migliaia di famiglie è necessario, per la Uiltucs, convincere le controparti a procedere immediatamente con il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro ma considerare sul territorio tutte le emergenze che rischiano di far perdere alla nostra popolazione reddito, diritti, potere d’acquisto. “In questo momento, il rinnovo del contratto rappresenta l’unico strumento di redistribuzione del reddito e garanzia dei diritti dei lavoratori – chiude Callegari – Gli aumenti di luce, gas e materie prime rischiano di mettere in ginocchio anche tante famiglie monoreddito che lavorano nel commercio”.