Come da sempre avviene, la Uil e la Uiltec Liguria porteranno sempre il proprio contributo in termini di idee per accrescere e stimolare il dibattito politico e imprenditoriale ligure.
Forse utopisticamente, immaginiamo una provincia e una regione che possa sfruttare eco-compatibilmente tutte le sue potenzialità, coniugando mare, turismo e industria.
Siamo contenti di aver lanciato un sasso nel mare che ci identifica in questa meravigliosa terra, ma ora urliamo contro la desertificazione che la mancanza di una regia in campo energetico sta creando in Liguria e nel sistema paese
“Da quanto emerge dagli ultimi incontri, tutti sono d’accordo nel fare della Spezia un polo di produzione, ricerca e utilizzo del combustibile che dovrà guidare la decarbonizzazione – commenta Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria – Entro il 2027 da Vallegrande ne usciranno 200 tonnellate l’anno. Ora la domanda è: chi lo utilizzerà e come?”
In uno scenario di decarbonizzazione al 95% (necessario per non superare la soglia di 1,5 gradi di aumento della temperatura), l’idrogeno potrebbe fornire fino al 23% del consumo totale di energia entro il 2050 – più della quota attuale complessiva di energia elettrica (20% nel 2018), considerando sia fonti rinnovabili che fossili e il suo costo potrà essere competitivo già entro il 2030 – in anticipo rispetto ad altri mercati europei. Considerando la forte presenza di energie rinnovabili nel nostro paese, l’idrogeno “verde” raggiungerà il punto di pareggio con l’idrogeno “grigio” derivante da gas naturale, 5-10 anni prima rispetto a molti altri paesi, tra cui la Germania. Ciò rende l’Italia il luogo ideale per l’utilizzo su vasta scala dell’elettrolisi.
E sono tanti i competitor sul territorio ligure, dalla nautica all’industria, a ritenersi pronti ad abbracciare questa rivoluzione.
“Il sentiero del miglio blu in versione green parte oggi dalla Spezia – afferma Salvatore Balestrino, segretario generale Uiltec Liguria – ma ambiziosamente potrebbe rappresentare un buon esempio per la Liguria e per l’Italia La presenza dell’area Enel in fase di riconversione dal carbone, di un porto che punta ai fondi europei, dei centri di ricerca, delle produzioni militari, dei cantieri dei grandi yacht e di una futura stazione croceristica sono elementi che lasciano ben sperare, così come il fatto che tutte le industrie si adoperino per abbracciare la transizione energetica e, in quasi tutti i casi, abbiano scelto l’elemento più comune in natura per trovare una via alla decarbonizzazione” conclude.
L’idrogeno avrà il ruolo di favorire e sostenere il processo di transizione e di creare nuove opportunità di lavoro e come sindacato non possiamo che essere favorevoli, ma occorre agire con tempestività per non parlare tra qualche anno dell’ennesima opportunità valutata e poi mandata in fumo.