Pubblichiamo la nota del segretario generale della Uilm Genova Antonio Apa.
“Apprendo con sempre più insistenza e dovizia di particolari dai media, che Leonardo starebbe valutando un’offerta franco-tedesca per la cessione di Oto Melara e Wass.
Se tali notizie venissero confermate, si tratterebbe dell’ennesimo schiaffo della Francia all’Italia, terra di conquista come nemmeno ai tempi di Napoleone, dopo l’affondo di Macron sui cantieri Stx, scippati a Fincantieri, e la presenza di Vivendi in Tim per quanto riguarda il cloud nazionale, e altre colonizzazioni.
Per non parlare delle insinuazioni riportate dalla stampa transalpina sulla presunta competizione di Fincantieri ai danni di Naval Group laddove l’operazione è felicemente a guida italiana, evidentemente costoro sottovalutano la capacità tecnologica progettuale e organizzativa di Fincantieri, tra le migliori del mondo.
Mi chiedo per quale ragione gli italiani, dovrebbero continuare a pagare le imposte per veder svendere i propri asset al sistema franco-tedesco, anche perché gli introiti finanziari e il valore aggiunto accrescerebbero il loro Pil ridimensionando Oto Melara e Wass in meri siti di produzione perdendo così tutte le capacità di sviluppo tecnologico che sta alla base del nostro sistema paese. Cosa ne pensano Draghi, Giorgetti, Franco, Orlando e anche le forze armate di un siffatto disegno, con perdita di sovranità tecnologica nel campo strategico del sistema difesa.
Per questo ritengo che in merito al riassetto di Oto Melara e Wass, la giusta spinta verso la non più rinviabile Difesa comune europea non può passare attraverso la dismissione di asset nevralgici della nostra industria.
E’ chiaro l’intento, da una parte, di fare cassa valorizzando due gioielli che chi vuole fare cassa non è più in grado di gestire, ma tale valorizzazione potrebbe danneggiare quello che, al contrario, potrebbe e dovrebbe invece configurarsi come il rafforzamento della nostra industria della Difesa.
Appare chiaro infatti che i territori, le organizzazioni dei lavoratori, i dipendenti, tutti gli stakeholder e gli osservatori più attenti che hanno a cuore le sorti dell’industria nazionale, ritengano indubitabilmente migliore l’opzione Fincantieri, non solo perché Fincantieri è una grande azienda manifatturiera della Difesa italiana leader globale nel suo campo, ma anche perché Fincantieri, mediante i suoi accordi con Naval Group, Navantia e ulteriori partner europei è già attiva, da anni, nella costruzione di una Difesa comune europea a trazione però…italiana, e non estera!
Invito dunque il Governo, a partire dal Presidente Draghi, ad assumersi la responsabilità di fare squadra con chi, dei suoi campioni nazionali, anteponga l’interesse del Paese e non si mostri da subito incline ad accettare giochi imposti da altri, e a evitare la svendita a caro prezzo anche occupazionale dei nostri asset strategici. Una cosa è certa la UILM è consapevole della posta in gioco e respingerà una manovra tesa ad acquisire Oto Melara e Wass. Questa volta gli imprenditori stranieri non passeranno”.