Con la messa in quota dell’ultima campata, il Ponte di Genova raggiunge i suoi 1060 metri finali. Si sbaglia chi parla di miracolo, questo risultato è stato possibile grazie alla convergenza tra governo, istituzioni e società industriali quali Fincantieri, Salini, Impregilo, ecc. che hanno gestito la costruzione del ponte in modo ottimale. Sappiamo che purtroppo non riporterà in vita le 43 vittime di quell’agosto, ma il Ponte di Genova è una risposta decisiva che le istituzioni hanno saputo dare alla città e al Paese. E’ un traguardo molto importante perché ha un significato simbolico forte: il Paese può uscire dalle difficoltà più forte di prima anche dall’emergenza virus, e il modello Genova può essere l’esempio da seguire.
L’amministratore delegato di Fincantieri dott. Bono, e quello di Cdp dott. Palermo, dissero a suo tempo che erano in grado di costruire un ponte da soli e presentarono un progetto che poi fu superato da quello di Piano, ma che già conteneva delle idee importanti. E’ la dimostrazione di come non ci si possa permettere di perdere campioni nazionali come Salini e Fincantieri, che hanno costruito quest’opera in una fase in cui tutto il Paese ha bisogno di rimettersi a posto. Fincantieri può dare il suo contributo se il governo compirà uno sforzo in questo senso. Il Paese ha dimostrato di poter completare un’opera come il Ponte di Genova in 20 mesi e non avendo nulla da invidiare ai modelli esteri. In questa situazione di grande emergenza, i lavoratori Fincantieri, assieme agli altri, hanno lavorato con abnegazione e sacrificio nonostante il problema del virus e a loro va il nostro plauso. I metalmeccanici hanno ancora una volta risposto alla chiamata e si sono fatti trovare pronti. Fincantieri ha ancora una volta dato dimostrazione di forza organizzativa, come altrettanto sta succedendo nei suoi cantieri che, grazie al lavoro svolto assieme ai sindacati, stanno gradualmente riaprendo in sicurezza.
Genova, 28 aprile 2020.
foto: corriere.it