Lo dichiara Antonio Apa Segretario Generale Uilm Genova
Il Mise ha confermato che il cosiddetto piano industriale di Arcelor Mittal prevede 5000 esuberi (compresi i 1700 in AS), il rinvio del rifacimento dell’altoforno n. 5 e una riduzione produttiva a regime da 8 milione tonnellate a 6 milioni. Alla faccia del piano industriale! Questo è poco più che un compitino improvvisato e mal fatto, non certo un rilancio della siderurgia. In questo contesto Genova rischia tantissimo, perché se non arrivano i coils da Taranto da lavorare, prima o poi la mannaia colpirà anche qui. Il governo ora deve seriamente prendere in mano la situazione, dopo aver contribuito pesantemente a questa situazione. Prima levando lo scudo penale, nel 2019, dando la scusa alla multinazionale franco indiana di poter fare quello che voleva e facendo saltare un investimento totale da 4,2 miliardi. Poi ha raggiunto un accordo, a noi sconosciuto e subito disatteso il 4 di marzo, con numeri assolutamente infondati. E’ chiaro che nel governo giocano fazioni opposte e con interessi diversi. Tutto questo fa il gioco di Mittal che, secondo me, per come si è comportata dovrebbe essere buttata fuori dal settore siderurgico per i danni arrecati, altro che 500 milioni di euro di penale. I ministri Patuanelli, Gualtieri e Catalfo però, non sono stati in grado di dirci se esiste un piano alternativo, non sono in grado di darci una prospettiva alternativa. Noi venderemo cara la pelle, si sappia, perché se qualcuno pensa ad un ulteriore ridimensionamento del sito di Genova si sbaglia di grosso. Come abbiamo fatto nel passato siamo pronti ad utilizzare tutta la mobilitazione che sarà necessaria. Abbiamo fatto un accordo a settembre 2018 ed è da lì che bisogna partire.