Apa, Uilm: “Giù le mani dalla siderurgia”

La sentenza della Magistratura sulla maxi condanna per Riva, oltre ad emettere pesanti condanne penali, a mio giudizio deve rappresentare la fine di un’epoca.

Dev’essere l’inizio di una nuova fase con una forte accelerazione della transazione ecologica e una produzione ecosostenibile che riporta un equilibrio tra fabbriche e città.

Che il Governo Draghi abbia tutte le intenzioni di valorizzare la siderurgia italiana come settore strategico del sistema Paese è un dato certo. Su questo tema ciò che è cambiato rispetto al Governo precedente non è la partecipazione dello Stato al progetto Ilva ma il senso della partecipazione non più finalizzata a rincorrere l’utopia grillina.  La cosa preoccupante è che nonostante il progetto di statalizzazione, perché di questo si tratta, ed il fallimento gestionale e strategico di Arcelor Mittal l’accordo fatto tra il secondo Governo Conte e l’azienda rischia a mio giudizio di paralizzare sostanzialmente il negoziato con l’attuale Governo. Intanto siamo legati alla sentenza del Tar, inoltre non si è chiusa la vicenda della confisca degli impianti quindi mi chiedo come è possibile comprare un’acciaieria messa sotto sequestro? Allo stato c’è un buio totale nei confronti delle OO.SS., ci troviamo di fronte all’ennesimo piano a noi sconosciuto. Qualcuno ci dovrà spiegare com’è possibile raggiungere otto milioni di tonnellate di acciaio entro il 2025 e la relativa occupazione di 10.700 addetti. La sensazione è quella di barcollare nel buio. Tutta questa strategia rischia di produrre gravi danni sia dal punto di vista produttivo per Taranto che per quanto riguarda l’occupazione. Genova in questo contesto rischia fortemente perché è legata sostanzialmente a Taranto. Tutti devono sapere che una linea di questa natura non passerà e ci batteremo fino infondo per scongiurare sia il ridimensionamento del perimetro della siderurgia che la riduzione degli organici, come qualcuno del Governo paventa.