Unipol, i sindacati scrivono a Draghi. Pellizzeri (Uilca): “paradossale e pericoloso l’atteggiamento dell’azienda nel rifiutare lo smart working”

Nonostante il dilagare dei contagi in tutta Italia a causa della variante omicron del virus, la Uilca Liguria riscontra con amarezza e preoccupazione un atteggiamento incomprensibile dei vertici regionali e nazionali di Siat Unipolsai, che dopo aver disposto nel novembre scorso il rientro dei dipendenti nelle sedi di lavoro, si ostina oggi a non fare ricorso, neppure in via emergenziale e temporanea, allo smart working, mettendo a rischio la salute e la sicurezza degli oltre 200 lavoratori stanziati prevalentemente nella sede genovese di via 5 dicembre. Ad oggi, sono diversi i dipendenti risultati positivi all’interno della sede genovese, che si struttura peraltro su più piani in open space, ma gli RLS hanno incontrato inaccettabili difficoltà nel contattare l’Ufficio Sicurezza del gruppo sito a Bologna o il referente Covid aziendale locale.

“Un atteggiamento rischioso e paradossale per due motivi – commenta Claudio Pellizzeri, segretario regionale Uilca Liguria – in primis, poiché sono ormai tantissime le realtà del settore assicurativo genovese, quello che, ironia della sorte, dovrebbe “vendere” fiducia e sicurezza, che hanno addirittura raddoppiato il ricorso al lavoro da casa per fermare i contagi sul luogo di lavoro, ma anche e soprattutto poiché i sindacati e il governo hanno già raggiunto un protocollo per regolamentare lo smart working, motivo che rende ancor più assurda questa presa di posizione prepotente e anacronistica dell’azienda” conclude.

Preso atto che tali comportamenti sono gli stessi in tutte le sedi italiane, le organizzazioni sindacali hanno inviato l’11 gennaio una lettera al Presidente del Consiglio Draghi e ai ministri Orlando e Brunetta per chiedere un intervento diretto.