Una delegazione Uiltrasporti Liguria a Roma La misura è colma: oggi scioperiamo per il rinnovo del contratto nazionale del settore multiservizi scaduto da 72 mesi.

È composta da un centinaio di persone la  delegazione di lavoratrici e lavoratori liguri, aderenti alla Uiltrasporti della Liguria, che si è recata oggi a Roma alla manifestazione nazionale indetta, in occasione dello sciopero generale del comparto multiservizi, da Uiltrasporti, Fisascat e Filcams.Sono circa 600 mila le lavoratrici e i lavoratori che, ogni giorno, tutti vedono all’opera ma nessuno considera. Sono loro che rendono ospitali uffici, scuole, ospedali, tribunali, banche, poste, caserme. In Liguria parliamo di circa 30 mila addetti che subiscono forti pressioni durante il rinnovo e il cambio d’appalto, hanno stipendi bassi, soprattutto nelle pulizie e nel portierato. Addette e addetti  per i quali la Uiltrasporti si batte per una rivalutazione adeguata. Sono persone che subiscono ripercussioni pesanti sulla propria condizione lavorativa ogni volta che cambia una legge. “Parliamo di un settore fragile, a maggioranza femminile, che hanno pagato pesantemente la crisi con la riduzione dei contratti individuali e che vivono con angoscia ogni cambio d’appalto – dichiara Silvana Comanducci, segretario regionale Uiltrasporti Liguria – Oggi siamo qui a Roma per gridare forte e chiaro che vogliamo il rinnovo del contratto nazionale per un salario dignitoso, più diritti e più tutele contro la precarietà e lo sfruttamento. Vogliamo regole certe, trasparenza e legalità”.Il settore è fragile e frammentato, in più con il “decreto sblocca cantieri” si ripristina il massimo ribasso per l’aggiudicazione degli appalti. “In questo modo si allarga ai subappalti senza indicazione dei subappaltatori – spiega Roberto Gulli, segretario generale Uiltrasporti Liguria – Con le modifiche dello sblocca cantieri  le lavoratrici e i lavoratori si troveranno con i tagli sugli orari di lavoro  e nessun controllo sui subappalti. Tutto ciò espone il settore all’illegalità”.I primi effetti per le lavoratrici e i lavoratori sono il mancato pagamento delle retribuzioni e l’esclusione dell’azienda con la perdita di posti di lavoro. “Non siamo disponibili ad accettare un rinnovo contrattuale irrisorio e vogliamo restituire diritti come, ad esempio, il riconoscimento delle retribuzioni dei primi tre giorni di malattia”, concludono Comanducci e Gulli. In allegato le immagini della manifestazione scattate dalla fotografa Giovanna Fadda.