In questi giorni, finalmente, alcune aziende si sono fatte promotrici di azioni di denuncia di presunta illegalità e dumping sociale tra gli autisti di mezzi pesanti, in prevalenza nel settore container.
Anche per i motivi sopra evidenziati a Genova è stato costituito l’Osservatorio Logistica Trasporto Merci e Spedizioni Territoriale di Genova, soggetto composto da alcune Associazioni Datoriali delle imprese di autotrasporto e dalle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori, soggetto questo che se messo in condizione di lavorare con strumenti adeguati, potrebbe perseguire azioni di lotta all’illegalità con conseguenti denunce, al fine di porre un freno al proliferare del malaffare.
Da anni l’Osservatorio Territoriale di Genova, con le sue parti costituenti, denuncia il fenomeno alle istituzioni: ITL, INAIL, INPS, tuttavia nessuna azienda si era mai esposta dal fare nomi e cognomi. Fino ad oggi.
Il fenomeno dei lavoratori assunti in paesi esteri, utilizzati in Italia e percettori di disoccupazione, è grave e si è propagato. L’osservatorio dell’autotrasporto, insieme alle sue parti costituenti, denuncia da tempo il caso, fin dal 2014, e lo ha fatto a gran voce attraverso manifestazioni e incontri con le Istituzioni, chiedendo che venisse attivata una regia di controllo, anche con l’ausilio dell’Autorità di Sistema Portuale, ente che rilascia le autorizzazioni di accesso agli spazi portuali.
Se le procedure per le autorizzazioni rilasciate dall’ Autorità di Sistema Portuale per gli ingressi in porto comprendessero una documentazione da allegare ben più precisa, basterebbe poco per decidere di affrontare illegalità e dumping sociale. L’UNILAV, documento che le società devono necessariamente avere per i lavoratori per i quali viene richiesto l’ingresso in porto, è uno degli strumenti attraverso i quali si potrebbe iniziare ad affrontare il problema.
L’Osservatorio dell’Autotrasporto, con le sue parti costituenti, è disponibile come sempre a raccogliere tutte le segnalazioni documentate; qualche azienda oggi comincia finalmente a denunciare, perché solo così si può regolamentare il mercato e garantire la sicurezza stradale e sociale nel settore.
La Segreteria dell’Osservatorio
Giuseppe Bossa