Pandemia, caro energia, bollette alle stelle e inflazione sono una zavorra per le cittadine e i cittadini della provincia della Spezia. “Non c’è tempo da perdere, non possiamo affidare alla solidarietà i problemi sociali del territorio, lo spezzino ha bisogno di lavoro di qualità, di investire sui giovani, di formare i lavoratori più anziani e di garantire ai pensionati una vita dignitosa: occorre formare una task force sul territorio che permetta di arginare il disagio e di programmare il futuro. Busseremo alle porte del Comune, della provincia e della Regione per farlo!”, così Marco Furletti, segretario confederale regionale Uil Liguria con delega allo spezzino, dopo il grido d’allarme della Caritas diocesana che assiste 21 mila persone sul territorio.
La povertà assoluta che cresce in modo esponenziale sta sfilacciando il tessuto sociale. “Bisogna rafforzare e migliorare il reddito di cittadinanza, agire sul gender gap e dare stabilità all’occupazione con l’eliminazione della precarietà e della flessibilità selvaggia – spiega Furletti – Occorre sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati in maniera strutturale. Come? Riducendo il cuneo fiscale, rinnovando i contratti e detassando gli aumenti contrattuali. Non c’è il governo? Con gli amministratori locali vogliamo cominciare a programmare il lavoro con chi verrà eletto il 25 settembre”.
La Uil lo ha detto chiaro quando a luglio è stato reso noto il Rapporto annuale dell’Istat: l’Italia è un Paese povero. “Dopo i dati diffusi dalla Caritas diocesana sull’assistenza alle persone e alle famiglie che vivono nel disagio sociale nello spezzino, possiamo tranquillamente affermare che si sta creando la tempesta perfetta – chiude Furletti – Il lavoro che non garantisce la sopravvivenza, è lavoro povero: per quanto riguarda il nostro sindacato questo è un vero e proprio ossimoro. In assenza di un governo che possa agire su queste emergenze, ci affidiamo agli amministratori locali che dovrebbero adoperarsi senza se e senza ma per far fronte al disagio dilagante”.