Ponte di Genova San Giorgio Dichiarazione di Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria
Lavoro e coesione hanno salvato il territorio e le nostre comunità: ora occorre l’impegno di tutti.
Sono passati 720 giorni dalla tragedia che ha spazzato via la vita di 43 persone sotto il peso di un ponte che ha ceduto all’incuria del tempo e dell’uomo. Vite spezzate che non si possono dimenticare neanche oggi che abbiamo celebrato, con l’inaugurazione del Ponte San Giorgio, la rinascita della città di Genova e della Liguria. Un risveglio che corre verso il futuro e che affonda le sue radici nel lavoro di 1184 uomini e donne, maestranze che con il cuore, le mani e l’ingegno hanno portato a compimento una grande opera che sarà il nostro lasciapassare per il futuro. Il nuovo ponte non è un miracolo, è frutto di coesione sociale ed economica, è frutto di studio, precisione e professionalità e di una politica, che per una volta, è riuscita a stare insieme sotto il cappello istituzionale di Genova. E poi le aziende – da Fincantieri a Salini, ma anche le imprese in appalto – che hanno dimostrato che il made in Italy è un marchio che offre garanzia, solidità e innovazione, insieme al modello Genova le nostre aziende hanno permesso in soli 24 mesi di avere un ponte all’avanguardia. Progettazione, costruzione, segnaletica, installazioni: tutta l’Italia ha contribuito a realizzare questo ponte che ricongiunge la città con un rito simbolico che intende rispettare le vittime e le loro famiglie, ma che vuole celebrare anche il lavoro e una ritrovata coesione sociale. È il lavoro che salva una comunità: mai più devono ripetersi simili tragedie, dobbiamo avere a cuore il futuro del nostro Paese a cominciare dalle infrastrutture e dalla cura di un territorio che non intende più subire ingiustizie.
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