La Uil Liguria intende denunciare l’incubo aggressioni che, giorno dopo giorno, assilla il personale sanitario che opera all’interno dei pronto soccorso di tutta la regione. Gli accessi impropri al pronto soccorso sono accresciuti a causa del disagio sociale in aumento, di una medicina territoriale assente e di una mancata integrazione ospedale-territorio.
Accessi che con “acuto” ed “emergenza” non hanno nulla a che vedere ma che contribuiscono a generare una situazione di insicurezza e gravi problemi di organizzazione del lavoro. Per fare qualche esempio rispetto agli ultimi fatti accaduti: a Genova l’ospedale Galliera è poco distante dai vicoli e si porta dietro il bacino di utenza della movida, ma anche del disagio legato alle dipendenze e alla povertà, l’ospedale Villa Scassi è meta e ricovero dei senza fissa dimora e di persone sole, l’eccellenza Gaslini, solo poco tempo fa, ha dimostrato misure di sicurezza non proprio in linea con la sua fama per via di un principio di incendio causato da una persona estranea all’interno dei locali di ostetricia. Nell’imperiese e nel savonese è ormai abituale vedere i senza fissa dimora rifugiarsi al pronto soccorso con – spiace dirlo – problemi legati all’igiene che si incontrano con quelli dei pazienti urgenti. Anche nello spezzino si sono registrate aggressioni gravi al personale.
La Uil Liguria accoglie favorevolmente la notizia dei contributi regionali, circa 1 milione di euro, per garantire e potenziare le attività svolte dai vari distretti per sostenere le persone in situazione di grave emarginazione sociale, ma occorre la volontà politica di costruire progetti che diventino strutturali. Insomma, il sistema va ripensato: occorre un accoglienza adeguata per i senza fissa dimora e per le persone a rischio esclusione sociale e una medicina territoriale scongiurare gli accessi impropri. “La tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità deve passare per questa logica – spiega Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria – Per la Uil Liguria i pronto soccorso del territorio non possono trasformarsi nel refugium peccatorum di coloro che dovrebbero ricevere un’assistenza diversa, ma che si ritrovano ad ingrassare i numeri ai triage. In questo contesto esplosivo, le lavoratrici e i lavoratori della sanità, già sotto pressione per la mancanza di personale, non fanno che essere aggrediti, minacciati e stressati ma, nonostante ciò, riescono a portare avanti le loro attività con professionalità e senso di responsabilità”. È evidente: le istituzioni del territorio non riescono a far fronte far fronte al disagio sociale che avanza nelle città della Liguria. ”Perché la Regione non interviene? Che cosa non è chiaro rispetto alle nostre continue richieste? – conclude Emanuele Ronzoni – Allo stato dell’arte si aggiunge anche un’altra questione: soprattutto nei fine settimana anche gli ospiti delle Rsa intasano i pronto soccorso anche solo per uno scompenso glicemico. Per la salute e la sicurezza degli operatori e l’efficienza del servizio chiediamo più responsabilità da parte delle istituzioni, chiediamo azioni concrete e progetti a contrasto delle aggressioni al personale sanitario, chiediamo progetti inclusivi e assistenziali appropriati per le persone soggette a disagio sociale che invece si rivolgono al pronto soccorso”.