La Uil Liguria non intende dimenticare chi, in questo anno di passione, ha lavorato per l’emergenza. Per questa ragione il sindacato di Piazza Colombo rivolge un appello ai parlamentari liguri, al commissario straordinario e alla Regione Liguria, oltre che al governo, per confermare sul territorio il lavoro di coloro hanno avuto capacità e professionalità da mettere in gioco negli ultimi sedici mesi. Questa volta non parliamo di soccorritori ma di lavoratori cosiddetti dell’emergenza, che dopo il crollo del ponte sono stati assunti per tamponare il lavoro non ordinario della macchina organizzativa sul territorio della Città Metropolitana di Genova. Che la nostra regione abbia un territorio fragile, purtroppo, sacrificato alla cementificazione incontrollata del dopoguerra è un aspetto che i cittadini liguri dovranno pagare ancora per chissà quanto tempo. Ora però, il 14 agosto 2018 ha segnato profondamente le coscienze di tutti e lasciato una sensazione di rabbia e, al tempo stesso, di voglia di riscatto, di ripartire anche nel nome delle 43 vittime di un sistema che non può essere tollerato in un paese civile come il nostro. Per questa tragedia Genova ha potuto contare su donne e uomini che, loro malgrado, hanno fatto dell’emergenza il loro lavoro, con spirito di sacrificio e del dovere per alleviare le sofferenze di una città ferita da un disastro senza precedenti. Ora, di tragedia in tragedia, siamo arrivati a oggi con la consapevolezza che a questi lavoratori, figli dell’emergenza, dovremo dire di tornare a casa perché il loro tempo è finito. Eppure Genova non può più fare a meno di questi lavoratori sui quali ha investito: il loro lavoro è diventato indispensabile, sia nell’ambito della mobilità urbana a rischio paralisi totale che in altri settori. Chiediamo, pertanto, un intervento deciso che aiuti le istituzioni ad andare avanti con il turn over reso arduo dalle circostanze, oggi ci vuole un impegno a rendere stabili questi lavoratori che tanto hanno dato e tanto dovranno ancora dare.