Si è tenuto oggi a Genova, davanti a una platea di oltre trecento persone, un convegno organizzato da Uil Liguria, Feneal Uil e Uiltrasporti Uil: “Infrastrutture e trasporti, la Liguria riparte con il lavoro”, al quale hanno preso parte il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli. Nel corso del convegno, al quale hanno partecipato alcuni candidati alla presidenza della Regione Liguria, si è svolta una tavola rotonda con: Giovanni Mondini, presidente Confindustria Genova, Paolo Odone, presidente Aeroporto di Genova, Paolo Emilio Signorini, presidente Adsp Mar Ligure Occidentale, Vito Panzarella, segretario generale Feneal Uil e Claudio Tarlazzi, segretario generale Uiltrasporti.
La relazione introduttiva è stata tenuta da Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria, che ha posto l’accento sulla necessità di lavorare insieme per poter far crescere la Liguria dal punto di vista socio-economico. È necessario, infatti, garantire a tutti i territori le stesse condizioni per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture, quindi dell’economia e del lavoro. “In questi anni il territorio ha dovuto fare i conti con la fragilità delle sue infrastrutture e con la fame di grandi opere, quelle che consentirebbero alla Liguria di uscire fuori dall’isolamento sia economico che culturale – ha spiegato Mario Ghini – Oggi la necessità di intervenire anche sulla manutenzione della nostra rete, sta evidenziando tutte le contraddizioni dei vecchi e dei nuovi governi, locali e nazionali, con i gravissimi ritardi infrastrutturali dovuti ad errori di programmazione a tutti i livelli. Abbiamo toccato con mano che non esiste una seria politica regionale che dia adeguato impulso al trasporto pubblico e, in generale, alla mobilità sostenibile: non esistono alternative”.
Traffico e code hanno costretto migliaia di persone a vivere nel disagio quotidiano e hanno messo il bastoni tra le ruote al turismo.
“In questo momento la Uil chiede a gran voce, anche ai candidati alla presidenza della Regione e al Ministro, che la Gronda diventi una priorità e che possa compiersi nel più breve tempo possibile e, naturalmente, in sicurezza. La Gronda è stata per lungo tempo discussa e messa in discussione, è passata anche da un dibattito pubblico: deve essere chiaro che per la Uil tutta, il progetto deve andare in porto, deve essere portato a termine nella sua interezza per la tratta decisa diversi anni fa, cioè la cosiddetta gronda media quella che partendo da Voltri passa sopra Bolzaneto per poi sfociare a Genova Ovest – ha illustrato Ghini – Questa regione deve uscire dall’isolamento, bisogna creare le condizioni per una differenziazione dei flussi di traffico da e per il porto di Genova e per la città. Flussi di traffico che non devono transitare dalla città. La gronda di Genova è il progetto sul quale andare avanti spediti, che ha seguito già tutto l’iter burocratico amministrativo e che attende solo di una firma”.
Esistono terribili ritardi degli investimenti su terzo valico, gronda, Pontremolese, raddoppio della tratta tra Finale Ligure e Andora, sui collegamenti ferroviari del porto di Vado Ligure, se poi aggiungiamo le vicende giudiziarie dei costruttori impegnati nel nodo ferroviario di Genova, depotenziato oggi rispetto al progetto iniziale, ci consegnano un’immagine di una regione sprovvista di progetti, vecchia e malandata senza possibilità di appello.
Il trasporto merci su rotaia per i porti di Genova e Savona è in affaticamento, scoraggia gli investimenti, allontana sempre più il miraggio della ripresa, dello sviluppo e del benessere dalla Liguria. “Oltre alla lungimiranza, ormai è chiaro, a mancare in tutti questi anni sono stati investimenti pubblici, formazione, onestà intellettuale e la voglia di impegnarsi a mettere il territorio in sicurezza – prosegue il segretario generale della Uil Ligure – Presso i nostri porti transita una quota rilevante del pil del Paese. Se però le merci non troveranno collegamenti con i retroporti situati nelle regioni del Nord, decideranno di servirsi altrove, non necessariamente nei porti italiani, determinando quindi anche un calo nelle entrate fiscali del paese, e dei posti di lavoro nei porti e nella filiera della logistica. A tal proposito diventa fondamentale per il sistema portuale Ligure, la costruzione della di una nuova diga foranea presso il porto storico di Genova per renderlo più vicino agli standard europei, la costruzione ex novo della diga foranea nel porto di Savona e terminare i lavori previsti nelle banchine presso il porto della Spezia. Eppure non basta avere i porti, bisogna creare un contesto economico all’altezza, come non basta avere un aeroporto per essere competitivi, il quale deve essere connesso alla rete ferroviaria e meglio servito dal tpl”.
La Uil Liguria, insieme alle categorie di Feneal Uil e Uiltrasporti, ha presentato più volte la lista della spesa ma, a parte il viadotto sul Polcevera, l’elenco è rimasta pressappoco lo stesso: occorre liberare velocemente la Liguria dall’isolamento in cui è sprofondata, il mondo del lavoro c’è: ora tocca alla politica.