Sono a maggioranza donne, sostengono la famiglia spesso da sole, non lavorano dal 23 febbraio e hanno la delusione dipinta sul volto. Non è giusto, è vero, ma ci sentiamo di dire che è sempre lunga la strada che porta soddisfazione ai lavoratori e spesso passa attraverso lunghe ed estenuanti trattive condotte sul filo del rasoio. L’ennesima giornata di protesta, a sostegno della vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori della ristorazione scolastica, si è svolta nei giorni scorsi con il sostegno delle categorie appartenenti a Uil, Cisl e Cgil mentre le confederazioni partecipavano all’incontro con il presidente Toti. Una giornata che, per alcune lavoratrici, si è tramutata in trepidante attesa per avere risorse tutte e subito. Equivoci? Non certo da parte nostra, ma la disillusione e la rabbia sono comprensibili. Non smetteremo mai di ripeterlo noi della Uil: ai lavoratori bisogna parlare sempre con franchezza senza illuderli che la mera protesta possa condurre ad avere risultati subito. Certo, la protesta è un mezzo ma da sola non va da nessuna parte: va supportata con un lungo percorso di trattativa per poi arrivare a un accordo che soddisfi le parti. I nervi possono cedere un po’ a tutti, lo sappiamo, soprattutto a coloro che soffrono per mancanza di lavoro, salario e certezze, lo abbiamo sempre messo in conto; non siamo soliti generare speranze nelle lavoratrici e nei lavoratori che rappresentiamo quando le carte sono ancora coperte, ma a questo punto della trattativa con la Regione non possiamo certo dire che l’incontro tra sindacati e il presidente sia andato male. Anzi, è arrivata una risposta importante proprio attraverso l’utilizzo di politiche attive: il presidente ha recepito le nostre richieste e si è impegnato a trovare risorse aggiuntive rispetto a quelle annunciate nel corso dell’ultimo incontro. La prossima settimana, infatti, si terrà un altro appuntamento per la ristorazione scolastica, questa volta tecnico, con il quale la Regione comunicherà ai sindacati le risorse che andranno a integrare quelle previste e, quindi, a sostenere proprio il comparto della ristorazione scolastica, un settore che ha sofferto drammaticamente la crisi del Covid. Non deve andar perso nemmeno un posto di lavoro e le istituzioni lo sanno bene che, in un modo o nell’altro, dovranno farsi carico dei più svantaggiati, gli incontri con il sindacato servono proprio a questo. È tempo di riprogrammare le attività della scuola e, quindi, tutti i servizi ad essa correlati per trasformare un’eterna emergenza in un disegno solido per il Paese e i territori.