Di Fabio Servidei e Sheeba Servetto
Della Segreteria regionale Uil Liguria
Dopo che si è consumata l’ennesima tragedia sul lavoro, dopo anni di denunce, di protocolli sulla sicurezza, di formazione sui rischi, di “abbiamo la responsabilità che non succeda più”, pare tutto inutile quando una persona, l’ennesima MUORE.
Sembrerebbe vano e ripetitivo affermare la nostra posizione in questo momento, perché è troppo tempo che lo facciamo e insistiamo sul fatto che il punto a cui siamo non basta, dobbiamo fare di più.
Chi muore svolgendo il proprio dovere, muore per portare uno stipendio a casa e far vivere dignitosamente la propria famiglia.
E per far ciò fa tutto quello che gli viene chiesto, e magari lo fa prendendosi quei rischi in più che non gli verranno mai riconosciuti, almeno non quanto il prezzo della sua vita.
Una vita persa è una sconfitta per l’intero sistema che si nasconde dietro leggi che sono difficilmente applicabili e praticabili.
E’ una sconfitta per un paese che si ritiene civile e attento ai problemi della società e del lavoro.
E con sgomento e amarezza nel cuore continuiamo a ribadire che se si ha la volontà di fare qualcosa, questa non deve essere la conta delle vittime.
Vogliamo che vengano prese quelle misure preventive che, da anni, chiediamo, vogliamo che vengano investite risorse sulla prevenzione, sui controlli, sul rispetto delle normative e sulla legalità.
Ed è questa la nostra idea di sicurezza: un sistema che non può prescindere da controlli preventivi finanziati da risorse adeguate con personale atto a compierli e investimenti idonei a prevenire l’idea che, sulla vita, non si può risparmiare.
Una tragedia non può fare solo statistica, la si deve prevenire ed evitare per responsabilità e dovere morale.