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Che la nuova Diga di Genova non sia come la vecchia Gronda mai nata.

Nella campagna elettorale irrompe il tema delle grandi opere di cui ha gran bisogno la Liguria. Uil Liguria – da sempre – sostiene la necessità di dare solidità alla regione con le infrastrutture materiali da realizzare per aumentare i nostri traffici, consolidare il sistema della logistica e dei trasporti, liberare il territorio dalle code in autostrada e dall’immobilismo.

“La Uil intende grandi opere da realizzare ma in tempi certi e in conformità con le regole, opere poi da manutenere con costanza per evitare il ripetersi di eventi tragici come il crollo del ponte Morandi. Non nascondiamo la nostra preoccupazione per la realizzazione della nuova Diga di Genova, l’opera più importante prevista dal Pnrr sul nostro territorio – spiega Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria – Le avvisaglie sui ritardi ci sono e non vorremmo che l’iter si trasformasse in una Gronda mai nata, in uno Scolmatore che si ferma per l’interdittiva antimafia o in un Terzo Valico che incontra più di una difficoltà lungo il cammino”.   


La popolazione è spesso ostaggio dei cantieri che, di anno in anno, permangono nelle nostre città, sulle autostrade della Liguria, presso i muri di contenimento del territorio che frana. “In questa breve ma intensa campagna elettorale abbiamo visto sciorinare l’elenco delle opere che sono partite e anche la lista delle opere da realizzare – prosegue Ronzoni – Tuttavia, la Liguria non può essere un cantiere eterno né un cantiere opaco ricettacolo di irregolarità e tempistiche che sfuggono alle umane previsioni”.


La Uil vuole essere certa che i contratti applicati all’interno degli eterni cantieri vengano rispettati, che siano contratti pertinenti alle mansioni svolte, che operatori e manovalanza impiegati lavorino in sicurezza senza dover rincorrere ogni volta le irregolarità inoltrandosi nella giungla di appalti e subappalti come accade, ad esempio, nei casi di infortuni mortali o gravi.

“Le promesse dei candidati devono diventare certezze per essere amministratori credibili di un territorio che, purtroppo, non è solo in affanno ma in agonia”, chiude Ronzoni.