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Comunicato stampa Covid-19, muore un lavoratore nella Rsa San Camillo a Genova: è il simbolo della mancata volontà di prendere in carico le richieste di sicurezza dei sindacati. UIL Liguria e Uiltucs Liguria, Ghini e Serri: ‘Ci costituiremo parte civile: dopo i numerosi appelli a istituzioni e parti datoriali non possiamo accettare questa morte’.

Genova, 13 aprile 2020.

Aveva 52 anni, una bambina piccola e una vita davanti l’operatore socio sanitario del San Camillo deceduto questa mattina a Genova a causa del Covid-19. ‘Dopo numerosi e disperati appelli alla struttura, alle istituzioni regionali e alla Prefettura, non possiamo accettare questa morte sul lavoro come se fosse una tragica fatalità – dichiarano Mario Ghini e Riccardo Serri, rispettivamente segretari generali Uil Liguria e Uiltucs Liguria – La Uil si costituirà parte civile su questa assurda vicenda che è un esempio di come i soggetti citati hanno affrontato l’emergenza all’interno delle Rsa della Liguria. Abbiamo chiesto con forza che si mettesse mano alla mancanza di misure di sicurezza personale, lo abbiamo chiesto a più livelli ma gli operatori socio sanitari e gli ausiliari sono stati mandati al fronte disarmati. Qualcuno dovrà pagare per essersi girato dall’altra parte, ma in queste ore il timore è quello che la conta dei decessi tra gli OSS possa crescere’. I medici e gli infermieri stanno facendo un grande lavoro, ma gli OSS che sono l’anello fragile della catena non vengono nemmeno contemplati tra la forza lavoro da proteggere e salvaguardare. Il nostro pensiero vola alla famiglia del lavoratore deceduto e a tutte le famiglie che vivono l’ansia del contagio e della morte perché nei luoghi di lavoro non si pensa alla vita degli addetti ma a fare profitto sulla pelle dei lavoratori e degli ospiti.