Si è svolta ieri presso l’aula magna dell’Ospedale Galliera una concitata e dibattuta assemblea del personale indetta dalla Uil Fpl Aziendale per approfondire con i lavoratori le problematiche che affliggono l’ospedale dei genovesi, il più antico della città. Durante il confronto è chiaramente emerso il malcontento, la stanchezza e la preoccupazione degli operatori riguardo la situazione, non solo economica, che due anni di pandemia hanno aggravato. Tanti gli argomenti affrontati, dal rinnovo dei contratti di lavoro in scadenza al percorso di stabilizzazione del personale in possesso dei requisiti previsti dalla legge di bilancio che ne consentirebbero la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. A spaventare, soprattutto, è la mancanza di prospettiva futura per l’ospedale. “La rabbia dei lavoratori è evidente soprattutto per la situazione paradossale a fronte della quale dovrebbero essere gli stessi professionisti, considerati eroi in pandemia, a farsi carico economicamente delle corresponsioni delle indennità notturne, festive, di reperibilità, di malattie infettive, straordinari che, come era prevedibile, hanno visto considerevoli incrementi durante le ondate pandemiche in seguito alla necessaria riconversione dei reparti in unità Covid-19 – dichiara Marco Vannucci, segretario territoriale Uil Fpl Genova – Una beffa che porterebbe non solo alla rinuncia del premio di produzione, ma anche alla riduzione degli incrementi di alcune di queste indennità, ferme da vent’anni, ottenuti in passato attraverso accordi decentrati”.
Perdite economiche che nei lavoratori maggiormente esposti raggiungerebbero addirittura i 1600/1800 euro lordi all’anno. L’assemblea dei lavoratori ha quindi conferito il mandato alla UIL FPL affinché venga adottata ogni iniziativa utile ad evitare questa eventualità paradossale. Pertanto la UIL FPL Genova chiede che Regione Liguria provveda al risanamento del Fondo contrattuale che finanzia i relativi istituti contrattuali, in modo che non siano gli stessi lavoratori a dover pagare di tasca propria il maggior sforzo e la lotta alla pandemia condotta con assoluto senso di responsabilità e altissima competenza.