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Luca Cerusa Uil Liguria apre il comizio a Genova in occasione dello sciopero generale Uil e Cgil

Di seguito l’intervento di apertura del comizio di Luca Cerusa, sub commissario Uil Liguria, che si è svolto a Genova in occasione dello sciopero generale indetto da Uil e Cgil il 29 novembre 2024.

A Genova si è svolta la manifestazione regionale che ha portato in piazza oltre 25 mila persone.

Benvenute e benvenuti,

un saluto alle lavoratrici e i lavoratori, ai giovani, alle pensionate e ai pensionati che oggi hanno deciso di aderire a questa grande mobilitazione.

Siamo tantissime e tantissimi a GENOVA, in piazza MATTEOTTI, per lanciare al Governo il grido di allarme del Paese reale.

Tra i colori blu e rosso di UIL e CGIL , ecco la nostra voce che scandisce forte e chiaro tre semplici parole: LAVORO, SVILUPPO,  GIUSTIZIA SOCIALE!

 Perché a UIL e CGIL questa LEGGE DI BILANCIO non piace, NON RISPONDE ALLE ESIGENZE E AI BISOGNI DELLE PERSONE CHE RAPPRESENTIAMO.

Questa piazza è una GRANDE RISPOSTA DEMOCRATICA anche all’arroganza di chi ormai pensa di gestire il dissenso a colpi di PRECETTAZIONE.

MINISTRO SALVINI, sarebbe meglio occuparsi delle DIFFICOLTA’ DEL SISTEMA DEI TRASPORTI tutto l’anno, magari parlando anche delle aggressioni che avvengono a bordo dei mezzi, facendolo SENZA STRUMENTALIZZAZIONI sull’accaduto. Forse sarebbe meglio che lei fosse più presente in Parlamento, non alle sagre. Ministro, lei non si può occupare di trasporti solo quando lavoratrici e lavoratori vogliono difendere i propri diritti attraverso un altro DIRITTO SANCITO DALLA COSTITUZIONE: LO SCIOPERO.

Giù le mani dallo sciopero, giù le mani dal diritto di manifestare il dissenso.

Oggi a Genova è il paese reale che parla!

Donne e uomini che intendono far sentire la loro voce, quel paese che il Governo e la politica non conosce o fa finta di non conoscere, perché  LORO SONO DISTANTI DALLA VITA VERA, la vita di chi deve fare i conti con il caro prezzi che cresce ogni giorno di più mentre salari e pensioni rimangono al palo.

 Tutto sta diventando un lusso, stanno portando le persone a fare rinunce, a fare scelte di fronte ad un carrello della spesa che continua a crescere, ad affitti incontrollati, a rate di mutuo insostenibili.

Ma lo sanno al Governo quanto costa un litro d’olio? Un litro di latte? Più di un quinto della popolazione ligure è a rischio povertà.  Oggi la nuova povertà nasce anche dall’INDEBITAMENTO PER CURARSI, una frontiera nuova per chi per decenni ha creduto che lo Stato sociale fosse una conquista definitiva.  

LA SANITA’ IN LIGURIA CADE A PEZZI CON UN BUCO DI OLTRE 250 MILIONI DI EURO e CHE HA BISOGNO DI OLTRE 42 MILIONI DI EURO PER LE ASSUNZIONI DI 955 PERSONE, perché in Liguria nel comparto sanitario, caro Governo e cara Regione, manca il 30% del personale! Occorrono medici e infermieri che possano far fronte alle richieste della popolazione, a quelle LISTE DI ATTESA CHILOMETRICHE che costringono i cittadini a rivolgersi al privato. Privati a cui nell’ultimo decennio LE ISTITUZIONI REGIONALI HANNO STESO I TAPPETI ROSSI.

Ma “grazie” a un sistema che non funziona i più fragili sono costretti a rinunciare alle cure. BEN 120 MILA LIGURI HANNO RINUNCIATO A CURARSI NEL 2023.  Le cittadine e i cittadini che rinunciano a prestazioni sanitarie cresce con l’aumentare dell’età: La Liguria è tra le regioni più anziane d’Europa, la sua POPOLAZIONE COSI’ LONGEVA, CON IL TEMPO, avrà BISOGNO DI CURE MAGGIORI.

SVEGLIAAAA! GOVERNO E REGIONE: BATTETE UN COLPO!  

Vogliamo parlare di pensioni e di anziani? Di quanto sia IMBARAZZANTE IL GOVERNO con la sua offerta ridicola sulle PENSIONI MINIME? TRE EURO: NEANCHE UN CAFFE’ E UN PASTICCINO. Il Governo si fa beffe delle pensionate e dei pensionati, una sola parola: INGIUSTIZIA.

Siamo convinti che ci sia bisogno di INTERVENTI che mirino alla REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, per diminuire la differenza tra i pochi che hanno tanto e i tanti che hanno poco. La leva principale su cui agire per RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE è quella del LAVORO,

UN LAVORO STABILE, DIGNITOSO, SICURO E BEN RETRIBUITO. Lo sciopero di oggi lo abbiamo confermato, perché i salari e le pensioni non consentono alle persone di vivere serenamente.

In questo quadro il tessuto economico ligure è fragile, il 96% delle imprese sono micro/piccole ed il 90% dei nuovi assunti è precario. BASTA CON I LAVORATORI FANTASMA senza un orizzonte, senza un futuro da costruire secondo legittimi desideri.  In questa regione occorre INVESTIRE SUL LAVORO e sui settori produttivi che dovranno necessariamente creare valore aggiunto come l’INDUSTRIA (basti pensare ad Ilva, Piaggio da rilanciare), la  PORTUALITA’ è COMMISSARIATA, bisogna andare oltre, ed è una situazione che non si può più reggere se vogliamo rilanciare TRAFFICI e SERVIZI.

Il COMMERCIO è soffocato dalla CRESCITA INCONTROLLATA della GRANDE DISTRIBUZIONE che sta occupando AREE DI QUESTA CITTA’ che RISCHIANO LA DESERTIFICAZIONE ANCHE SOTTO IL PROFILO SOCIALE.  Una grande distribuzione che se non gestita dal Comune e dalla Regione farà carne da macello di tanti lavoratori impiegati in attività più piccole. Il TURISMO è ancora TROPPO STAGIONALE e nasconde irregolarità, lavoro nero o grigio. Le NUOVE SFIDE DELL’ENERGIA vanno raccolte attraverso una transizione che salvaguardi, industria, ambiente e lavoro. E poi, senza INFRASTRUTTURE ADEGUATE non si riuscirà ad invertire la tendenza. Il territorio ha bisogno di alleggerire la viabilità, di collegamenti efficaci, di un aeroporto moderno che riapra le rotte turistiche, di completare la diga foranea a Genova, lo scolmatore del Bisagno, di far partire la Gronda di Ponente, di terminare il Terzo Valico, di andare avanti con l’Aurelia Bis senza fare scherzetti ai lavoratori che per mesi sono rimasti senza salario. Avanti con la Pontremolese, avanti con la lotta al dissesto idrogeologico. Le vertenze sul territorio sono tante ma abbiamo bisogno di risorse e dell’impegno di politica e istituzioni.

E a proposito di risorse: NOI LAVORATORI DIPENDENTI E PENSIONATI PAGHIAMO SEMPRE LE TASSE, MA C’E’ QUALCUNO CHE NON LE PAGA MAI. Eppure il Governo fa finta di non vedere, si gira dall’altra parte perché fa la voce grossa con i deboli ma non coi pesci grossi.

Anche su questo tema ci aspettiamo risposte adeguate e concrete! E poi il GOVERNO E GLI ENTI LOCALI NON POSSONO PERMETTERSI DI SORVOLARE SUL GRANDE TEMA DELLASICUREZZA. Sono circa 130 i morti sul lavoro in Liguria negli ultimi cinque anni. Quella dei morti sul lavoro è una strage che non deve rimanere silenziosa. Solo poche settimane fa sul tratto autostradale Altare-Savona, sulla A 6, è morto un ragazzo di 26 anni cadendo da un viadotto. Si trovava su un ponteggio ed è precipitato nel vuoto compiendo un volo di circa 20 metri. Ad inizio ottobre a Genova nel cantiere del Parco del Ponte tra via Argine Polcevera e via Perlasca è morto un operaio di 39 anni, L’uomo, caduto da circa dieci metri, era arrivato in ospedale in condizioni disperate. Anche qui, come sindacato abbiamo chiesto di indagare sul sistema di appalti e subappalti.

Abbiamo anche visto che nel mese di luglio di quest’anno  gli infortuni sul lavoro risultano in aumento (1.517 contro 1.464 di luglio 2023)
Da anni chiediamo più CONTROLLI, più LEGALITA’ e più RESPONSABILITA’ alla politica per invertire una rotta disastrosa. Introdurre l’OMICIDIO SUL LAVORO è necessario, così come creare una PROCURA SPECIALE che si occupi degli incidenti mortali. Vogliamo misure forti per mettere davanti a tutto la vita delle persone e la loro sicurezza. Siamo ormai così assuefatti ai numeri da non renderci conto che si tratta di vite spezzate e di persone. Tutti insieme, anche qui in questa piazza, rappresentiamo una speranza per coloro che non hanno un lavoro dignitoso, per i lavoratori fantasma, incastrati tra le maglie del lavoro irregolare o troppo precario, delle pensionate e dei pensionati che con il loro reddito sostengono ancora le famiglie italiane, dei lavoratori della sanità che abbiamo celebrato come eroi all’epoca del Covid ma che sono stati dimenticati in fretta, lavoratori della sanità e dei trasporti che vengono spesso aggrediti e minacciati mentre svolgono il proprio lavoro, dei giovani altamente specializzati che sono costretti ad emigrare per trovare un lavoro all’altezza delle loro aspettative.

E allora, CARO GOVERNO, noi saremo sempre qui per LAVORATRICI, LAVORATORI E PENSIONATI per preservare il ruolo delle parti sociali come pilastro del sistema democratico.

E allora, continuiamo a mobilitarci per cambiare questo Paese che vuole continuare a crescere nel segno della DEMOCRAZIA, della GIUSTIAZIA SOCIALE e del LAVORO.