La settimana scorsa la Compagnia Portuale di Savona ha dato notizia di aver proceduto all’assunzione di 18 lavoratori somministrati che, dopo tanti anni di precariato, finalmente saranno stabilizzati. Una notizia che si aspettava da tempo e resa possibile anche grazie alla collaborazione tra le organizzazioni sindacali e la stessa compagnia. C’è da tempo un progetto condiviso in corso che prevede ulteriori assunzioni e ci auguriamo che nei prossimi mesi vengano portate a buon fine.
In altre aziende locali ci sono trattative in corso per stabilizzare i diversi somministrati che da anni lavorano sotto agenzia e per lo stesso utilizzatore. Il passaggio in agenzia dovrebbe essere temporaneo e precario proprio per dare la possibilità all’utilizzatore stesso di “provare” il lavoratore per poi stabilizzarlo. Purtroppo troppo spesso il lavoratore in somministrazione resta anni in attesa di essere assunto direttamente. Settori come la grande distribuzione, la logistica, la sanità privata, l’assistenza stradale e dell’industria godono della collaborazione di moltissimi lavoratori in somministrazione. Sottolineiamo che ci sono dei vincoli di legge che normano il numero di somministrati all’interno dell’azienda ma spesso e volentieri riscontriamo anomalie.
Diverso il problema del pubblico impiego, spesso impossibilitato ad avviare spesso concorsi è costretto ad avvalersi della collaborazione di operatori in somministrazione rigorosamente e inevitabilmente con contratti in scadenza. È il caso delle prefetture e delle questure che rinnovano costantemente contratti a termine per non dover chiudere gli uffici, o il caso delle Asl. Con la difficoltà di assumere direttamente personale durante la pandemia, per velocizzare le assunzioni ci si è rivolti alle agenzie, ma tutti questi lavoratori una volta terminato il contratto senza un bando pubblico aperto, non possono essere assunti dall’ente dove hanno collaborato per anni e dove sono stati formati. Gli stessi enti entrano in difficoltà nel momento in cui non è possibile rinnovare loro il contratto.
Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp sono categorie nate da pochi anni e con lo scopo di traghettare i lavoratori alle categorie di settore. Spesso invece si trovano ad affrontare nella stessa azienda il tema della precarietà per anni.
Il sindacato si batterà sempre per la tutela del lavoro dei diritti del lavoratore ma soprattutto combatterà la precarietà dello stesso.