Pittaluga, Uil Liguria: “Subito investimenti nel ciclo integrato dei rifiuti attingendo dal Pnrr e dai fondi per la coesione”.
Genova non è poi così meravigliosa, soprattutto in fatto di tassazione dei rifiuti. Lo stabilisce uno studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio della Uil Nazionale che ha elaborato i costi in 107 città capoluogo di provincia. Il campione si riferisce ad una famiglia composta da quattro persone con una casa di 80 metri quadri e un reddito ISEE di 25 mila euro.
Tra il 2021 e il 2022 la TARI è aumentata in 65 città capoluogo. Nel 2022 il costo medio della TARI è pari a 325 euro annui con punte di 519 euro. In valori assoluti nel 2022, il costo maggiore nel Nord Italia si registra a Genova con 489 euro con il 37,8% in più rispetto al 2018. Genova è anche prima tra le città metropolitane e al terzo posto in Italia. Più care della città della Lanterna ci sono Pisa con 519 euro (Centro) e Brindisi con 518 euro (Sud). Tra il 2018 e il 2022, ovvero in 5 anni, la Tassa sui Rifiuti è aumentata mediamente del 7,7%, mentre nell’ultimo anno, rispetto al 2021, l’aumento è stato pari allo 3,7%.
“Leggendo i dati scaturiti dallo studio non esiste solo il tema del caro bollette elettriche e del gas che pesano sui consumi delle abitazioni, ma anche il tema delle tariffe della raccolta dei rifiuti solidi urbani – spiega Alfonso Pittaluga, segretario regionale Uil Liguria – Tariffe che pesano sul bilancio delle famiglie genovesi. Il servizio ha bisogno di investimenti per essere efficace nelle infrastrutture inerenti al ciclo integrato dei rifiuti. Per questo vanno accelerati gli investimenti del Pnrr e dei fondi per la coesione europei e nazionali che riguardano il ciclo integrato dei rifiuti”.
Nelle città in cui è in vigore la tariffa puntuale (TARIP/TARIC) si è fatto riferimento agli “svuotamenti minimi” e le tariffe sono comprensive dell’IVA 10%. La TARI è comprensiva del tributo provinciale ambientale (TEFA).