Pianificare il commercio a Genova sembra impresa ardua. Un volantino appeso in vetrina, quella prestigiosa che affaccia in via XX Settembre, annuncia che Celio chiuderà i battenti il prossimo 31 marzo proprio al centro del salotto buono di Genova. Per sette dipendenti si apre una percorso indefinito, anche perché il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali non è stato preso in considerazione dal Gruppo francese, se non per una fredda comunicazione d’ufficio. “Non si comprende che cosa stia accadendo all’interno del Gruppo Celio, le informazioni sono poche e confuse sia a livello locale che nazionale – racconta Marco Callegari, segretario regionale Uiltucs Liguria con delega al commercio – Vogliamo sapere che cosa intende fare Celio dopo la chiusura del negozio di Genova: è inaccettabile non tracciare un percorso per i sette lavoratori che da vent’anni portano avanti il punto vendita con impegno e professionalità. Quali progetti hanno per la Liguria?”.
La Uiltucs intende stabilire i contorni della vertenza, ed è estremamente necessario per il futuro dei lavoratori ma anche per il tessuto economico e commerciale di Genova. “Chiederemo all’azienda di ricollocare i lavoratori presso altri negozi limitrofi e se così non sarà, Celio dovrà mettere mano al portafoglio perché le lavoratrici e i lavoratori hanno una dignità ma anche esigenze giornaliere e a lungo termine”.
Il tessuto commerciale di Genova sta subendo grandi evoluzioni anche con l’avvento di Esselunga, ed è per questa ragione che la Uiltucs fa appello alle istituzioni. “L’Amministrazione Comunale ci deve dare una mano – chiude Callegari – Occorre comprendere che cosa intende fare Celio a Genova ed eventualmente sollecitare Esselunga per la ricollocazione dei lavoratori del negozio Celio di via XX Settembre. Questo in un’ottica di strategia: il commercio va pianificato e non lasciato alla divina provvidenza”.