Desta preoccupazione quanto sta accadendo agli operatori di Polizia Locale di Genova che da diversi anni si vedono attribuite, oltre alle mansioni attinenti al profilo, attività di ordine pubblico tipiche di altre forze dell’ordine.
Parlando di “sicurezza urbana”, “incolumità” e “protezione” la politica continua a snaturare l’attività prevalente della polizia locale senza procedere ad un riordino complessivo della normativa di riferimento, distinguendo esattamente i compiti che esulano dall’ordine pubblico.
È necessario che le istituzioni cittadine forniscano chiarimenti sull’utilizzo degli operatori di Polizia Locale: non percorrendo quanto già accaduto lo scorso anno sulla gestione dei REMS (le residenze per l’esecuzione di misure sanitarie) dove spesso sono ospitati pazienti, anche minori, con gravi problemi psichici, tentando di utilizzare la polizia locale in una palese situazione di ordine pubblico “giustificata” come presidio di sicurezza urbana.
Gli ultimi avvenimenti accaduti presso i centri di accoglienza dei minori rientrano palesemente in una situazione di ordine pubblico, di competenza specifica delle Forze di Polizia Statale, di fatto inutilizzata. Nessuna Ordinanza viene emanata in merito, i tavoli sull’Ordine e la Sicurezza Pubblica vedono esclusa la partecipazione del Questore.
La Polizia Locale è chiamata dedicarsi a situazioni che vanno oltre le proprie competenze sotto il termine “Sicurezza Urbana”, che sembra coniato a scapito dei lavoratori della PL per affrontare situazioni di ordine pubblico, sottraendole a chi ha il compito e le capacità per gestirle.
Questo modus operandi è sempre più spesso utilizzato in città, sottraendo la Polizia Locale ai suoi veri compiti: controllo del traffico, lotta al degrado urbano, polizia annonaria, polizia giudiziaria, tutela ambientale, ascolto e vicinanza ai cittadini.
Per tutti questi aspetti si chiede un concreto intervento delle istituzioni con il coinvolgimento delle parti sindacali nei tavoli di confronto a tutti i livelli, evitando di fare propaganda ed inutili spese di denaro pubblico, come quella prospettata dal disegno di legge regionale n.109-2022 per l’acquisto di scudi e caschi antisommossa che la Polizia Locale finirebbe per utilizzare in servizi nei quali dovrebbe essere solo di ausilio