Balestrino e Ismari Uiltec: “La transizione energetica passa dalla riconversioni delle centrali. Basta ambiguità per il futuro dei giovani.

La transizione energetica passa dalla riconversione delle centrali: occorre esprimersi ed agire senza alcuna ambiguità per dare un futuro ai nostri giovani.

Lettera aperta ai cittadini di Salvatore Balestrino e Massimo Ismari, segretario generale Uiltec Liguria  e segretario con delega al comparto elettrico.


Da anni denunciamo la mancanza di una cabina di regia nazionale in capo energetico, da anni, in assenza di azioni, il grido di allarme del sindacato indica un disperato bisogno di crescita economica sostenibile e di occupazione di qualità. Tuttavia, bisogna sgomberare il campo da ogni ambiguità. Raggiungere la neutralità climatica vivi alla meta, è tra gli obiettivi che hanno portato la Uiltec Liguria a sostenere la diversificazione delle fonti di approvvigionamento dell’energia e l’istituzione di una cabina di regia in grado di  gestire il flusso energetico, vero motore del paese. Questi obiettivi possono essere raggiunti con una pianificazione delle risorse e delle tecnologie esistenti, che accompagnino il nostro paese in questo percorso tortuoso.Il passaggio diretto alle fonti rinnovabili per mancanza di infrastrutture e di tecnologie non ancora disponibili, è impossibile poiché la dipendenza è pressoché totale da fonti estere, come nucleare e gas. Il caro-energia, la faticosa politica internazionale e il ruolo del gas sono elementi inseriti, purtroppo, in mere valutazioni economiche, che inevitabilmente ci sbattono di fronte alla desertificazione, anche in campo culturale, e alla mancanza di una regia in campo energetico. Abbiamo assistito allo sterile balletto del “no” a prescindere, nonostante gli sforzi profusi per illustrare la validità della proposta di transizione, per riflettere insieme e approfondire i limiti, le necessità e le possibilità di uno sviluppo equo e sostenibile.  Purtroppo, quanto sta accadendo in Ucraina, paese al quale va la nostra solidarietà, ci pone di fronte alla necessità di fare una scelta di campo sul tema della transizione energetica. La Uil, in tempi non sospetti, superando gli stereotipi di una scelta conflittuale tra salvaguardia dell’ambiente e salvaguardia della produzione e della occupazione, ha sempre messo in primo piano il tema dello “sviluppo sostenibile” che tenesse legate la necessità di una crescita costante, obiettivo irrinunciabile per il benessere del paese e dei lavoratori, insieme alla salvaguardia dell’ambiente, via maestra verso un futuro di vera neutralità climatica. L’energia, sistema nervoso e motore della crescita economica del nostro paese, deve essere ripensata attraverso una transizione.Se il carbone viene indicato dal Governo come salvagente, probabilmente qualche errore è stato fatto sia nella progettazione che nell’esecuzione di quel piano energetico spesso contrastato o rallentato dalla burocrazia.Per riflettere sui fatti, anziché sugli interessi di parte, possiamo dire che se il gas viene individuato quale vettore per il benessere di tutti noi, nessuno escluso. Quindi, perché non pensare di diversificare le fonti comprendendo l’utilizzo del gas nazionale e della rigassificazione? Se il gas resta il vettore della transizione, c’è davvero bisogno del carbone in questo clima emergenziale? Perché non dare seguito ai progetti di riconversione delle centrali? Se è necessario importare energia atomica da centrali vetuste, presenti ai nostri confini, perché non riflettere sulla possibilità che i nostri giovani possano essere meglio di noi?Nel frattempo molti lavoratori si interrogano sul proprio futuro, il costo dell’energia è diventato insostenibile per gli utenti, quindi, se vogliamo ridurre la dipendenza energetica del nostro paese da nazioni politicamente instabili, occorre fare scelte ben precise: subito.