Bolkestein che fermento: 4 mila imprese liguri sulla graticola ma soprattutto 35 mila tra lavoratrici e lavoratori che prestano servizio nel settore balneare-turistico a rischio.
La discussione in atto relativa alle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari crea forti divisioni: c’è chi è favorevole alle liberalizzazioni e chi sostiene che, per il bene del comparto, bisognerebbe mantenere lo status quo. La preoccupazione dei titolari degli stabilimenti balneari per il futuro è comprensibile, ma la Uiltucs non ha notato lo stesso slancio e la stessa attenzione per le lavoratrici e i lavoratori che, nel settore balneare, lavorano seppur stagionalmente.
“Possiamo ipotizzare che, nella fase di elaborazione dei bandi per la determinazione delle concessioni, si possano inserire clausole sociali – dichiara Roberto Fallara, coordinatore regionale Uiltucs Liguria Turismo – e che per aggiudicarsi la concessione demaniale, il soggetto imprenditoriale dovrebbe impegnarsi ad assumere il personale già occupato nelle precedenti gestioni nella attività balneare. Per essere virtuosi, gli aspiranti balneari dovrebbero anche applicare i contratti nazionali di lavoro del settore, sottoscritti solo dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative della categoria. Si presenta anche una grande occasione per fare ordine nel settore e, quindi, di fronteggiare il lavoro irregolare”
Invitiamo la Regione Liguria a sviluppare un confronto con noi anche su questi temi. Attraverso la clausola sociale e i contratti nazionali si potrebbe proseguire sulla buona strada tracciata dal Patto per il lavoro nel settore turismo