GHINI, UIL LIGURIA: “NON UNA SANITA’ ALLA LOMBARDA MA UN COMPARTO A MISURA DI CITTADINO E DI LAVORATORE: TOTI APRA SUBITO IL CONFRONTO”

La discontinuità marcata dal presidente della Liguria  Giovanni Toti sulla sanità non può che rassicurare la Uil Liguria. In questo momento la sanità della Liguria ha bisogno di esprimere serietà e competenza sia per fronteggiare il Covid che per far ripartire le attività ordinarie che hanno subito, in queste ultime settimane, gravi rallentamenti fino al blocco totale su alcune patologie, provocando ulteriori e gravi disagi nella già complessa condizione pandemica. “La Uil chiede al presidente della Liguria Giovanni Toti di aprire un confronto immediato per discutere dell’agenda sanitaria ligure che non può prescindere dal confronto con i sindacati – dichiara Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria – Non c’è da perdere neanche un secondo per fronteggiare il Covid nelle Rsa per scongiurare l’ecatombe di anziani della scorsa primavera, inoltre occorre mettere mano alla rete ospedaliera che va completata con gli ospedali di Levante e di Ponente, ossia La Spezia e Taggia, e ripensare agli organici di cui il comparto ha estremo bisogno soprattutto nei dipartimenti di prevenzione sotto stress in questi giorni. È giunta l’ora di trovare una soluzione anche per il pasticcio OSS nella Asl 5, problema per il quale, da tempo ormai immemore, chiediamo una soluzione. La Uil auspica una sanità a misura di cittadino e di lavoratore, che sappia dare risposte sui territori, non un comparto sanitario alla Lombarda che ha fallito dentro e fuori i suoi confini regionali” . La Uil Liguria auspica, così come è avvenuto per la gestione politica, anche un cambio di marcia rispetto al passato, attraverso una rimodulazione dell’azione di Alisa che non può rappresentare una sovrastruttura, ma deve agevolare quei processi che in tutti questi anni si sono, invece, appesantiti. Per fare questo c’è bisogno di nuove idee e di una governance diversa da quella figlia di una vecchia gestione ormai superata nei fatti. Per fare tutto questo non servono commissari venuti da fuori, ma di una politica che sia all’altezza della crisi in corso.