Il territorio deve ripartire dalla cultura della legalità come valore fondante di una società che non deve reprimere ma indagare i fenomeni nella loro complessità.
A seguito dell’accoltellamento del capotreno su un convoglio diretto a Busalla, è stato dichiarato per oggi lo sciopero nazionale del settore ferroviario di tutto il personale mobile delle imprese ferroviarie, cioè Trenitalia, Trenord, Italo NTV e Trenitalia-TPER da parte delle organizzazioni sindacali. Il minimo dopo l’ennesimo episodio che colpisce non solo un lavoratore al servizio della collettività, ma una società intera. “Siamo in emergenza: ci vuole un tavolo per la sicurezza delle città della Liguria che tenga insieme una comunità sfilacciata – dichiara Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria – Ci rivolgiamo alla Prefettura, ma soprattutto alla politica che, spesso, preferisce strumentalizzare e reprimere i fenomeni di violenza piuttosto che occuparsi del problema della sicurezza in maniera più ampia, partendo da un’indagine accurata sulla società contemporanea, partendo dall’isolamento, dall’esclusione sociale, dalla mancanza di legalità tollerata quando un sistema è difficile da sgominare senza idee né progetti, senza organici tra le forze dell’ordine. Forze dell’ordine che devono poter operare in efficienza e sicurezza a tutela della cittadinanza e di loro stessi”.
Nella giornata di ieri la Uiltrasporti ha chiesto a gran voce la costituzione di un tavolo permanente sulla sicurezza a bordo dei treni che metta al lavoro Regione, Trenitalia, il Gruppo FS, Prefetture e organizzazioni sindacali. “Inoltre Uil Liguria chiede da tempo di considerare il problema della violenza in maniera complessiva mettendo in campo una rete istituzionale e sociale che porti avanti progetti condivisi e non estemporanei – spiega Ronzoni – Stiamo assistendo a un vortice di violenza a discapito delle lavoratrici e dei lavoratori, della sicurezza delle famiglie, dei commercianti e delle persone più fragili e sole, occorre mettere mano insieme alla Prefettura e agli enti locali, insieme alla rete delle associazioni e dei sindacati che vogliono che questo territorio riparta, a cominciare dal rispetto delle regole per tutti. Ciò non significa repressione ma cultura della legalità come valore fondante dei principi democratici”.