No allo “Sblocca niente” è il tentativo di Uil, Cisl, Cgil e delle categorie nazionali degli edili di fermare il decreto “sblocca cantieri”, che stravolge – di fatto – il Codice degli appalti pubblici e rappresenta un passo indietro rispetto al recente passato, prestando il fianco a corruzione, illegalità, sfruttamento.“Oggi a Roma, mentre a Genova era in corso il secondo incontro tra edili e struttura commissariale per il rispetto del contratto edile e la sua corretta applicazione nella ricostruzione del nuovo ponte, si è svolta una manifestazione in piazza Montecitorio alla quale ha partecipato anche la Uil della Liguria – spiega Fabio Servidei , segretario regionale organizzativo Uil Liguria – Abbiamo chiesto qualità negli appalti, sicurezza, occupazione, investimenti e sviluppo. Il decreto aumenta le gare al massimo ribasso, ciò vuol dire pagare meno i lavoratori, meno sicurezza e materiali scadenti”.Il decreto liberalizza il subappalto nei consorzi e lo porta al 50% in tutti gli altri casi, che vuol dire meno controlli e meno tutele, naturalmente significa anche più lavoro irregolare e riporta il Paese ai tempi della “spesa allegra” delle varianti facili e delle tante opere incompiute. “Lo “sblocca niente” sdogana i super poteri ai commissari straordinari, cancella l’Autorità nazionale anticorruzione e mette in capo agli stessi soggetti: progettazione esecuzione e collaudo, ovvero nessun controllo da parte di soggetti terzi sull’intero processo, lo “Sblocca niente” depotenzia anche le procedure antimafia”, conclude Servidei.La Uil Liguria non ci sta e chiede: contrasto alle mafie e alla corruzione nel sistema degli appalti pubblici, riduzione delle stazioni appaltanti, riduzione e semplificazione delle procedure, gare attraverso bandi pubblici, gare solo con la progettazione esecutiva, basta deroghe, basta alla liberalizzazione del subappalto e ai cartelli d’impresa, stop alle procedure clientelari attraverso la contrattazione negoziata.